Ieri sera l'Assemblea regionale del Partito Democratico Marche, alla presenza della Coordinatrice della segreteria nazionale del PD, Marta Bonafoni, ha votato per acclamazione la relazione della Segretaria Bomprezzi, ufficializzando la proposta di candidatura di Matteo Ricci. “Il modello Marche della destra è fallito”, ha dichiarato la Segretaria regionale Chantal Bomprezzi, denunciando “un sistema che ha guardato solo alle poltrone, ma non alla vita reale”.
Nel suo intervento, la Segretaria ha evidenziato le profonde contraddizioni della narrazione della giunta Acquaroli, in particolare sulla sanità: “Si vantano numeri record, ma la realtà è fatta di prenotazioni negate, liste d’attesa infinite e servizi che non funzionano. La distanza tra i comunicati della Regione e l’esperienza concreta dei marchigiani è ormai inaccettabile”.
L’ambizione del PD Marche è la costruzione di un progetto di cambiamento per le Marche, insieme a un nuovo centro-sinistra marchigiano. “Lo abbiamo ribadito forte e chiaro: a questo tavolo si sieda chi vuole cambiare le Marche” prosegue Bomprezzi “abbiamo proposto tre punti iniziali: la difesa della sanità pubblica regionale, la necessità di un rilancio economico della nostra regione e l’attenzione alle aree interne. Ringrazio le forze politiche con cui abbiamo intrapreso questo percorso congiunto, per l’approccio, la serietà, la disponibilità mostrate. Servono sempre più occasioni di confronto collettivo”.
Il PD Marche ha proposto l’europarlamentare ed ex Sindaco di Pesaro Matteo Ricci come guida di questo progetto, il quale è stato ufficializzato questa sera in Assemblea regionale. “Grazie a tutti per la fiducia” ha affermato Ricci “sento forte il senso di responsabilità di una sfida storica per le Marche. Siamo una grande squadra, mettiamocela tutta. Ora costruiamo una larga alleanza per il cambiamento e andiamo a vincere”.
Nel corso dell’Assemblea, Bomprezzi ha ringraziato le Federazioni provinciali, i Segretari di Circolo, le Donne Democratiche e i Giovani Democratici per le mobilitazioni avviate sul territorio, i tavoli di lavoro e la Commissione programma per il supporto nell’elaborazione di nuove proposte. La Segretaria ha ribadito la necessità di continuare il percorso di ascolto degli stakeholder marchigiani: “Dobbiamo essere umili e ascoltare, perché troppo grande è il gap tra la politica e le reali necessità, per questo poi le persone non vanno a votare”.
“Non possiamo limitarci a denunciare – ha sottolineato la Segretaria – dobbiamo impegnarci a cambiare sul serio, a partire da noi stessi. Lo abbiamo fatto prima con le primarie aperte due anni fa, poi a novembre quando abbiamo unito il Partito. Ora dobbiamo andare fino in fondo”.
L’Assemblea si è chiusa con l’impegno a proseguire nei prossimi giorni la definizione delle regole per la composizione delle liste e la costruzione della squadra che accompagnerà il PD verso le elezioni. Su questo la Segretaria Bomprezzi ha rivolto un appello agli iscritti e alla classe dirigente: “Sulle candidature decida come sempre il Partito. Il mio auspicio è che possano essere espressione di un Partito rinnovato. Un Partito che è capace di dare significativo spazio al cambiamento e al rinnovamento è un Partito più forte. In questi ultimi anni siamo usciti dalla nostra bolla e, ascoltando le persone fuori, quello che ci chiedono tutti è cambiamento e rinnovamento”.
La Segretaria ha anche voluto ribadire con forza l’impegno del Partito Democratico per la difesa dei valori costituzionali e antifascisti: “Le Marche non sono quelle degli insulti e dei tentativi di ostacolare chi celebra la Resistenza. Non vogliamo essere famosi sui media nazionali per le schifezze verso Lorenza Roiati, Liliana Segre, Saura Casigliani o Umberto Lippi; vogliamo che le Marche siano celebrate per la loro bellezza, non per queste brutture”.
La Coordinatrice nazionale del Partito Democratico Marta Bonafoni ha infatti esordito proprio su questi argomenti: "È particolarmente significativo essere qui all’indomani di questo 25 aprile, segnato da atti deprecabili contro Lorenza Roiati e Liliana Segre, ma anche dalla reazione meravigliosa della parte migliore delle Marche, quella forza generosa che dobbiamo portare con noi nella corsa per l’alternativa in regione, costruendo un’alleanza larga". Mentre sul versante politico ha ribadito come "la giunta di destra guidata da Acquaroli ha già fallito su sanità, sviluppo, lavoro e aree interne. La nostra sfida potrà vincere se sapremo guardare ai bisogni delle persone, ispirandoci ai valori della Costituzione".Relazione della Segretaria PD Marche - Assemblea regionale del 28 aprile 2025
Care e cari,
bentrovati e grazie per la vostra presenza. Ringrazio la Presidente Silvia Venerucci per averci convocati qui oggi, dove insieme siamo chiamati a fare un passo in avanti verso le elezioni regionali. Ritrovarci qui riuniti ci dà la carica per affrontare un appuntamento cruciale per il destino della nostra regione, a cui tutto il Paese guarda con molta attenzione. Ringrazio la coordinatrice della Segreteria nazionale del Partito Democratico, Marta Bonafoni, per la sua presenza che è per noi simbolo di grande vicinanza e supporto in questa sfida che ci attende.
Dopo quasi cinque anni, possiamo dire che qui il “modello Marche” tanto esaltato dalla destra è fallito. Si erano presentati dicendo che avrebbero cambiato tutto. Invece hanno ingannato le marchigiane e i marchigiani. A cambiare sono state solo le poltrone, spesso in direzione Roma. Una filiera impeccabile, da questo punto di vista. Ma le Marche cosa ci hanno guadagnato da questa filiera?
Ai tempi della destra, qui nelle Marche, sembra che tutto vada benissimo. Solo poche settimane fa l’assessore alla sanità Saltamartini dichiarava che “le liste d’attesa sono aperte” e parlava di un incredibile 96% di prenotazioni evase entro 10 giorni. Peccato che qualche giorno fa una centralinista del CUP, forse stanca di sentirsi dire di consolare gli utenti e di elargire pacche sulle spalle, ha rivelato che su 7 richieste, 6 vengono rifiutate per mancanza di disponibilità. Non paghi, dopo la confessione della centralinista, sono stati sciorinati dati entusiastici della Regione Marche, per cui “il 66% delle prenotazioni al Cup va a buon fine alla prima chiamata”.
Peccato che i numeri siano smentiti dalla vita reale. Da una parte abbiamo il magico mondo di Ameloni e Acquaroli, dall’altra le persone, con i loro bisogni e i loro diritti negati.
Di fronte a questa cialtroneria politica, care e cari dirigenti del Partito democratico delle Marche, è nostro dovere reagire.
Proprio da qui, da questo luogo, a Chiaravalle, ci siamo ritrovati lo scorso 8 febbraio per lanciare la nostra mobilitazione. Dall’8 febbraio le nostre cinque mobilitazioni stanno prendendo forma, grazie all’impegno e alla collaborazione dei Segretari provinciali e di tutti i Segretari locali. La Federazione di Macerata è partita per prima con “Sanità sotto Esame”, un questionario rivolto sia agli utenti che ai professionisti del settore, che sta avendo un enorme successo con già quasi 800 riscontri solo nella versione online. Il 93% circa degli intervistati certifica che negli ultimi anni la sanità regionale è peggiorata, e che andrebbe rilanciata. La Federazione di Ascoli Piceno si è messa in viaggio nelle aree interne, con la mobilitazione “Marche nel cuore”. Con il Segretario Thomas Braconi stiamo dando una mano nella Federazione di Ancona per attivare “Lavori in corso”, la mobilitazione sul grande tema del lavoro e dell’economia. Auspico che si attivino presto anche le Federazioni di Pesaro Urbino sui trasporti pubblici e quella di Fermo sulla scuola.
Ringrazio altresì le Donne Democratiche delle Marche, che cogliendo la sfida dell’8 febbraio a Chiaravalle, nel giorno della Festa Internazionale della Donna, hanno lanciato “Consultiamoci”, la mobilitazione a difesa dei consultori pubblici. Abbiamo poi terminato poco fa un corso di “mobilitazione digitale”, per rafforzare la nostra voce e la nostra comunità sui social. Grazie anche ai Giovani Democratici, che con “Zaino in Spalla” ci stanno supportando nei territori e nel dare voce anche alle generazioni più giovani. L’idea che hanno avuto di organizzare un autobus marchigiano per andare a visitare Casa Cervi per gli 80 anni del 25 aprile ha riscosso un grande successo, e siamo felici di aver potuto dare una mano.
Dobbiamo impegnarci ad essere presenza costante, unita e determinata in tutte le piazze, siano esse fisiche o virtuali. Dobbiamo marcarli a uomo. A ogni sciocchezza, a ogni fake news, a ogni ricostruzione falsata dobbiamo contrapporre il mondo reale. E non possiamo farlo stando fermi. Dobbiamo sporcarci le mani. Essere umili e ascoltare.
Per questa ragione, nei primi mesi dell’anno abbiamo chiamato per dei momenti di confronto le rappresentanze regionali dei principali stakeholders marchigiani: sindacati, associazioni di categoria, terzo settore, sociale, mondo agricolo. Un percorso davvero edificante, costruttivo, che va perseguito e continuato e da cui è emerso a mio parere un elemento in comune più di ogni altro: la distanza tra la Politica e la comunità.
C’è un gap tra le reali necessità e la capacità della politica di saperle interpretare. Non a caso, credo, il principale partito è diventato l’astensionismo.
Per recuperare questo gap, c’è bisogno di un Progetto nuovo, il nostro Progetto per le Marche, per fare le Marche grandi.
Ringrazio dunque i tavoli di lavoro del PD Marche, composti di persone generose e competenti che ci hanno supportato e ci supportano nell’approfondimento e nell’elaborazione di contenuti e proposte. Pochi giorni fa ci siamo riuniti con i referenti, insieme all’instancabile e prezioso Teo, per chiedere loro una mano da qui ai prossimi intensi mesi che ci aspettano. Perché il loro punto di vista è attento e competente, e sarà sicuramente determinante per la costruzione di un’alternativa solida e credibile.
La parola chiave del nostro Progetto sarà CAMBIAMENTO. Le Marche hanno bisogno di cambiare per diventare grandi, per uscire dalla posizione di vassallaggio e anonimato in cui si trovano e per interpretare una nuova primavera marchigiana. La destra l’aveva promesso, ma non lo ha realizzato. Anzi, ha peggiorato le cose. Perché quando l’unica visione che ti interessa è mantenere la filiera di partito, perdi di vista l’unica visione che conta, ovvero come ci immaginiamo le Marche da qui a 10, 20, 30 anni e cosa dobbiamo fare per passare dall’immaginazione alla concretezza.
Al nostro primo incontro congiunto con le altre forze politiche lo abbiamo ribadito forte e chiaro: a questo tavolo si sieda chi vuole cambiare le Marche. A partire da tre punti iniziali. La difesa della sanità pubblica regionale, la necessità di un rilancio economico della nostra regione e l’attenzione alle aree interne che vanno rivitalizzate. Vogliamo mettere al centro la persona, i suoi diritti e la qualità della vita.
Non è più accettabile dover scegliere tra stare nelle Marche perché si mangia bene e c’è un bel paesaggio o andare via dalle Marche per potersi curare, avere buone opportunità di lavoro o i servizi necessari. Dobbiamo consentire a chi ama la propria terra di non doverci rinunciare. Leggere titoli sui giornali, come quello di oggi del Corriere Adriatico “Under 30 e laureati, il lavoro è un rebus” mi fa indignare.
Ringrazio la commissione programma per averci già consentito di condividere con le altre forze politiche dei primi punti programmatici da sviluppare e approfondire insieme. Ringrazio Daniele Salvi per la sua disponibilità a far convergere ed armonizzare le proposte che perverranno dalle varie parti. Ringrazio le forze politiche con cui abbiamo intrapreso questo percorso congiunto, per l’approccio, la serietà, la disponibilità mostrate sin qui. D’ora in avanti dovremmo trovare sempre più occasioni di confronto collettivo.
Sono convinta che ci siano tutti i presupposti per far nascere qui nelle Marche un nuovo centro-sinistra. Ringrazio, quindi, Matteo Ricci, per la disponibilità data al Partito Democratico a guidare questo progetto di cambiamento per le Marche. Disponibilità su cui questa sera l’assemblea regionale è chiamata ad esprimersi.
Da domani ci metteremo al lavoro per costruire anche la nostra squadra. Convocheremo a breve la direzione regionale per approvare il regolamento delle candidature sulla base del quale consentire ai territori di esprimersi. Come sempre, a decidere sarà il partito. Ma voglio fare un appello a tutte le iscritte e gli iscritti e alla classe dirigente marchigiana: se vogliamo cambiare le Marche, per essere davvero credibili dovremmo anche dimostrare ai nostri elettori che abbiamo cambiato noi stessi.
E questo è avvenuto: la prima volta con il congresso del 2023, perché abbiamo avuto il coraggio di far scegliere con primarie aperte chi dovesse guidare il partito, che ha così potuto ripartire, ricostituire i propri organismi, ricominciare a fare attività politica; la seconda volta quando abbiamo unito il partito, simbolicamente alla Festa dell’Unità regionale a Pesaro e formalmente alla direzione regionale di novembre scorso.
Abbiamo dimostrato di essere un partito capace di cambiare, di rinnovarsi. Il mio auspicio è allora che anche le liste del Partito democratico possano essere espressione di un partito rinnovato. Un partito che è capace di dare spazio al cambiamento e al rinnovamento è un partito più forte. Se usciamo dalla nostra bolla e ascoltiamo le persone fuori, ci accorgeremmo che ci chiedono questo: cambiamento e rinnovamento.
Pertanto, credo che se nelle liste del Partito democratico si potrà dare significativo spazio a quel cambiamento e a quel rinnovamento saremo più forti. Le nostre liste saranno più forti.
Dimostriamo di essere capaci di non proclamare il cambiamento solo a parole, ma di volerlo fare nei fatti. Se andremo fino in fondo, se avremo coraggio e caparbietà, dopo aver cambiato noi stessi potremo cambiarle queste Marche, e farle davvero grandi.
Sono sinceramente stanca e arrabbiata che la nostra amata regione sia chiacchierata in tutti i media nazionali per le sue brutture. Noi non siamo quelli che ordiniamo di identificare una panettiera che, orgogliosa della sua famiglia partigiana, espone uno striscione che parla di antifascismo il giorno della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo! Non siamo quelli! Non siamo quelli per cui la sicurezza si fa con l’intimidazione, altro che sobrietà. Il 25 aprile non è un festino, è una ricorrenza seria che va onorata senza indugio o tentennamenti. Noi siamo per il rispetto, per i diritti, per la Costituzione, per l’Europa, e per la pace. Noi siamo antifascisti! Non vogliamo che si parli di Marche per queste schifezze. Vogliamo che si torni a parlare di noi per la bellezza della nostra terra e di chi la abita.
Piena solidarietà a Lorenza, dunque, per quanto accaduto ad Ascoli Piceno, alla Senatrice Liliana Segre, per quanto accaduto a Pesaro, e alla nostra Saura e al cittadino Umberto Lippi, per quanto accaduto a Filottrano. Tutte sono l’esempio di quella Politica con la P maiuscola, quella che va oltre i partiti, quella che anche Papa Francesco, a cui oggi va il mio ricordo, ha definito come “una delle più alte forme di carità”, perché guarda al bene comune.
Un abbraccio affettuoso a tutte e tutti voi, grazie.
La Segretaria regionale
Chantal Bomprezzi

